L’intervento progettato in Adriano 1 reinterpreta le condizioni del contesto, rileggendone allineamenti e collimazioni, connotandosi come nuovo elemento identitario capace di dialogare con lo spazio pubblico e costituirsi come elemento cardine nella definizione di un nuovo fronte urbano riconoscibile. Il progetto si articola arretrandosi rispetto alla via Adriano, in prossimità di Piazza Costantino, con la definizione di una nuova piazza pubblica, garantendo la ricomposizione morfologica del tessuto proponendo la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica su via Meucci. La piazza diventa quindi lo spazio privilegiato sul quale si erge il fronte urbano principale del nuovo edificio. L’architettura si costituisce di elementi pieni che si alternano a grandi cavità nel tentativo di definire un ritmo capace di cogliere le relazioni urbane con il contesto nell’articolazione degli alzati, attraverso elementi marcapiano che enfatizzano l’orizzontalità dei fronti e scandiscono ritmicamente il susseguirsi di piani, fino a determinare un’identità civile di tutti i fronti. Il piano terra dell’edificio si definisce come piano “pubblico” capace di assumere il carattere di un vero e proprio basamento, in grado di dialogare, attraverso un’altezza maggiormente rilevante percepibile esternamente solo dalla variazione della dimensione dell’architrave marcapiano, rispetto ai piani superiori, con gli edifici del contesto circostante. L’edificio si caratterizza per l’edificazione di un corpo di fabbrica più alto verso la piazza, un volume più contenuto nella parte retrostante lungo via Meucci, ed una corte interna, reinterpretazione del tema dei giardini milanesi, che definisce uno spazio privato intercluso capace però di rapportarsi, visivamente, con lo spazio pubblico esterno attraverso due grandi vetrate. È quindi possibile dallo spazio pubblico individuare una sequenza visiva composta da piazza, spazio edificato collettivo, cortile.
Dal punto di vista materico il progetto si caratterizza per l’utilizzo di una superficie di finitura in cemento beige con trattamento martellinato che ne definisce una forte matericità capace di connotare il carattere civile della nuova architettura, delineando una continuità culturale attraverso la reinterpretazione del materiale della cultura architettonica milanese.
Committente: UNIABITA soc. coop
Volumetria: 4.700 m3
Superficie: 1.300 m2
Anno progetto: 2018-2019
Anno realizzazione: 2020-in corso
Progettazione e DL: FORM_A
Team di Progetto: Andrea Fradegrada, Sandra Maglio
Consulenti: ZH srl, B&C Associati
Immagini: Onirism, Giovanni Munafò